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News ed EventiNewsEnergy drink, perché possono fare male

Energy drink, perché possono fare male

Un adolescente su tre li consuma abitualmente, come rivela una ricerca europea. Ma non vanno presi alla leggera perché sono eccitanti e ricchi di zucchero. E in qualche caso si rischia perfino di diventare dipendenti

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Vincere la fatica e lo stress, migliorare l'efficienza, mantenere la concentrazione. Magari con un pizzico di euforia e buonumore in più. Sono le promesse, praticamente irresistibili, degli Energy drink. Bevande ormai affermate sul mercato italiano, che registrano ogni anno un costante aumento delle vendite, abbinato al lancio di nuovi gusti e prodotti.

Gli Energy drink sono a base di sostanze naturali: caffeina, taurina, guaranà, ginseng, vitamine, acqua, zucchero e aromi. In senso assoluto, non si può affermare che facciano male. La taurina è un aminoacido essenziale prodotto dal nostro organismo, con varie funzioni: per esempio facilita l'assorbimento dei nutrienti, agisce sul sistema cardiocircolatorio e migliora le prestazioni. Ginseng e guaranà sono stimolanti estratti da erbe e radici. Così come la caffeina, l'eccitante per eccellenza.

Il contenuto medio di caffeina di una lattina di Energy è pari a una tazzina di espresso; la dose massima giornaliera per adulti indicata dall'Efsa - European Food Safety Agency - è di 5 tazzine al giorno, ma il consiglio è di non superare le due. Poi ci sono vitamine del gruppo B, in particolare la B12, che entra nel ciclo metabolico. Però ma contrariamente a quanto alcuni pensano, gli Energy non aiutano affatto a dimagrire. Anche per via del contenuto di zucchero, che fa salire l'apporto calorico di una sola lattina anche a 110 calorie.

La lista degli ingredienti di un Energy drink è già sufficiente quindi a far capire come non vadano presi alla leggera. Anche se si possono acquistare ovunque e senza restrizioni: supermercati, bar, distributori automatici. Un uso eccessivo può essere decisamente pericoloso, soprattutto per i più giovani, che sono il target privilegiato (dai 12 ai 25 anni) di questo prodotto. 

A lanciare l'allarme è l'ultimo studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), che ogni 4 anni indaga sui comportamenti a rischio degli studenti delle scuole superiori in 39 Paesi (in Italia viene condotto ogni anno). Secondo questo studio, oggi ripreso dal quotidiano La Repubblica, poco meno di un adolescente su 3 assume abitualmente Energy drink.

Il problema è la parola "abitualmente" che spesso significa 2-3 lattine al giorno. Magari di sera e addirittura associato ad un superalcolico. Il sapore dolciastro e vagamente acidulo e il potere stimolante, infatti, hanno reso gli Energy tra le basi più in voga per i cocktail, associati a vodka e gin, da bere in discoteca o nei club per affrontare meglio le ore piccole.

Oltre al contenuto di caffeina e altri eccitanti, che li rende inadatti a un consumo serale perché inducono insonnia, gli Energy in queste situazioni possono addirittura generare dipendenza. Non tanto una dipendenza fisica, quanto piuttosto psicologica: spesso chi li utilizza (gli adolescenti) vuole sentirsi forte e brillante, punta a prestazioni di alto livello e cerca un'immagine vincente. Gli stessi desideri alla base del consumo di sostanze stupefacenti. Ed ecco che l'Energy drink può diventare una pericolosa abitudine.

L'altro pericolo è dato dal contenuto di zucchero. È ormai risaputo che bibite e soft drink sono dolci e calorici, e chi è attento alla salute ne fa un uso moderato (è il motivo del successo delle versioni light e zero calorie). Gli Energy invece, proprio per il loro potere "tonificante" vengono spesso confusi con le bevande isotoniche per sportivi, addizionate di vitamine e sali minerali, ma che non contengono eccitanti e sono meno dolci. Lo zucchero espone al rischio obesità, diabete e carie e il consumo di una bevanda zuccherata va calcolato e considerato nel computo delle calorie giornaliere.

Ma non è tutto. Secondo una ricerca della Yale School of Public Health pubblicata l'anno scorso dalla rivista Academic Pediatrics, l'abuso di energy drink in età scolare aumenta del 66% il rischio di iperattività e distrazione. Lo studio è stato effettuato su 1649 studenti con un'età media di poco più di 12 anni in un distretto scolastico del Connecticut, Stati Uniti. Ha evidenziato come il rischio di iperattività e distrazione che in generale aumenta con le bibite zuccherate diventa maggiore con il consumo di energy a causa del mix di sostanze quali taurina, caffeina e guaranà o ginseng.

La soluzione è sempre la stessa, quella del buonsenso. Evitare di bere più di un energy al giorno e sicuramente non di sera e non mixato con alcolici. Vietare queste bevande ai bambini e sconsigliarle agli adolescenti. Ma soprattutto, nei confronti di questi ultimi fare un'adeguata campagna di informazione. Perché il "sai cosa bevi" è importante e necessario in tutti i casi.

di Barbara Galli,
2 febbraio 2016

photocredit: Daniel Jurena. Licence  https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/legalcode

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