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News ed EventiNewsBlue zones: cosa mangiano davvero i centenari?

Blue zones: cosa mangiano davvero i centenari?

Prendendo spunto dal documentario Netflix che vede protagonista Dan Buettner, approfondiamo i segreti alimentari delle persone più longeve del pianeta

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“Nessuno vuole pensare alla morte. Diventare fragili, perdere la vitalità, chiudere gli occhi per l’ultima volta. Ma una cosa è certa, moriremo tutti, la domanda è quando…Quanti anni riusciremo a ottenere dal nostro corpo e noi abbiamo qualche voce in capitolo?” “Io credo che il punto non sia evitare la morte, ma imparare a vivere la vita”. Ecco le parole con cui Dan Buettner, esploratore di National Geographic e autore di bestsellers inizia il documentario dedicato alle Blue Zones, ovvero i cinque luoghi nel mondo con il più alto tasso di longevità. L’esploratore, con un percorso durato diversi anni, ha individuato in queste aree, così diverse tra loro, una formula comune. Che parte dal condurre vite vivaci, attive, felici, ricche di rapporti sociali e passa anche per l’alimentazione. Ci confrontiamo con Chiara Ramponi, dietista, per capirne di più e ispirarci nella vita di tutti i giorni.

Dieta prevalentemente vegetale per combattere malattie cardiovascolari, metaboliche, obesità

In primo luogo si è rilevato che in queste aree, così distanti tra loro, ovvero Okinawa (Giappone), Ikaria (Grecia), Nicoya (Costa Rica), Ogliastra (Sardegna) e Loma Linda (California), si utilizzano per la maggior parte alimenti di origine vegetale“Le linee guida affermano che la maggior parte delle proteine dovrebbe essere di origine vegetale. Allo stesso tempo, la piramide alimentare riporta alla proprio base i cereali, la frutta e la verdura (tutti alimenti di origine vegetale). La dieta vegetariana o a prevalenza vegetale permette di vivere più in salute e più a lungo. Consente infatti di ridurre il rischio di sviluppare alcune patologie legate all'alimentazione (es. alcune forme tumorali, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, ecc...)” sostiene Ramponi.

Dieta diversificata che include cibi dalle proprietà curative, come le patate dolci viola (Okinawa), antiossidanti e ricche di fibre, vitamine e minerali.

A Okinawa in particolare si consuma una gran quantità di patate viola, una materia prima popolare del posto. “Contengono prevalentemente carboidrati ma anche proteine, acqua, fibra, alcune vitamine (es. del gruppo B e vitamina C) e sali minerali come il ferro. Ridotto è invece il contenuto di grassi. Rispetto alle classiche patate, hanno un minore indice glicemico. Il loro colore viene dato dal contenuto di antociani, sostanze con proprietà fortemente antiossidanti” rivela la dietista.

Tofu, fonte di proteine e povero di grassi

Anche il tofu è decisamente diffuso nelle culture asiatiche. Precisa Ramponi “È un prodotto ottenuto a partire dai semi di soia gialla. Rappresenta un’ ottima fonte di proteine vegetali e una valida alternativa ai prodotti animali (per coloro che seguono una dieta vegetariana/vegana e non solo). Il suo contenuto nutrizionale e di sali minerali e vitamine può variare in base al prodotto e in base al suo processo di produzione. Tendenzialmente però, è povero in grassi saturi e in sodio. Talvolta, può essere inoltre fortificato in calcio e vitamina D”.

Miele grezzo, perfetto antibatterico

A Ikaria si consuma molto il miele grezzo. “È una miniera di principi nutritivi (es. sali minerali, vitamine, sostanze antiossidanti). La sua azione antiossidante e antibatterica è indubbia. Attenzione però come sempre a non esagerare in quanto i suoi componenti principali sono gli zuccheri semplici” avverte la dietista.

Vini naturali

La buona notizia è che nella dieta della longevità non manca il vino, ma naturale. Il vino naturale è qualitativamente migliore perché si cerca di non intervenire artificialmente, con addittivi chimici. “Attenzione, anche in questo caso non bisogna esagerare ma bere sempre responsabilmente”.

Senza dimenticare il detto “Hara Hachi bu”

Moderazione infatti resta la parola d’ordine. O come dicono a Okinawa…"Hara Hachi Bu", ovvero mangiare fino ad essere sazi solo all’80%. In questo modo si evita di sovra-affaticare l’organismo e si migliorano i processi digestivi, controllando il peso e la salute.

Elisa Nata,
novembre 2023

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