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Luca Iaccarino, il cuore in trattoria

Appetiti. Storie di cibo e di passione, è il suo nuovo libro. Ce ne parla in questa intervista

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“Ho una passione smodata per le trattorie ruspanti, due figli molto voraci e una moglie molto paziente”.
Si presenta così Luca Iaccarino, con il tono ironico e diretto che caratterizza la sua scrittura. Pur apprezzando la creatività e l’innovazione dei grandi chef (dal Noma di Copenhagen all’Osteria Francescana di Massimo Bottura ha frequentato tutti i ristoranti blasonati), la sua cucina del cuore è quella di tradizione: ricca di storia, autentica e senza fronzoli ma curata e attenta al prodotto e alla stagioni.

 

Il suo grande amore
Una passione che nasce fin da ragazzo quando, trasferitosi a Torino dalla Liguria, è cresciuto a giornalismo (già alle medie curava un giornaletto con i compagni) e comfort food da osteria. “Ho passato gli anni della mia formazione frequentando quotidianamente vecchie trattorie torinesi: con la loro cucina di casa mi sono costruito una memoria gastronomica. Nella mia famiglia questa dimensione mancava, ecco perché sono stato conquistato dai sapori ma anche dalla storia e dal calore di quei piatti”, racconta.
L’accoglienza familiare, la convivialità sono il valore aggiunto dei ristoranti amati da Iaccarino. “Il fattore umano e l’ospitalità per me sono importanti come la cucina".

 

186703Appetiti, il suo ultimo libro
"Nella prefazione al mio ultimo libro, Appetiti. Storie di cibo e di passione (EDT), Mario Calabresi tocca il tema della perdita del gusto dovuta al Covid: ecco, in senso lato, questa incapacità di cogliere i sapori è legata proprio all’assenza di convivialità che abbiamo vissuto”.
Iaccarino ha un sesto senso per scovare trattorie e locali ruspanti in giro per l’Italia, che recensisce nei suoi articoli, libri e guide. Appetiti, appena dato alle stampe, raccoglie 26 reportage gastronomici, in parte già pubblicati (uno, dedicato alle trattorie, proprio su Sale&Pepe). Più alcuni inediti, come il racconto dell’uccisione, sui colli piacentini, di un maiale da cui nasce il pregiato culatello.


di Marina Cella
foto di Michele Tabozzi
giugno 2021

 

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