Salento: mete gourmand (anche) fuori stagione

Durante la stagione balneare, la penisola salentina è invasa dai turisti attratti dal mare cristallino. Ma la stagione adatta per scoprire il Salento più autentico è l’autunno: tra Porto Cesareo e Nardò, il Parco del Negroamaro offre un itinerario enogastronomico attraverso prodotti tipici e specialità inconsuete.

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Il viaggio inizia dal mare di Porto Cesareo, a sud delle insenature di Punta Prosciutto e Torre Lapillo. Lungo la via delle pescherie, tra le ceste di pesce freschissimo in bella mostra sui banchi, si vive la tradizione antica della pesca salentina.

Il carosello di Leverano

Il territorio di Leverano, all’interno, è rinomato invece per la produzione della meloncella, detta anche carosello, ortaggio simbolo della tipicità salentina in attesa del marchio di tutela IGP. Questa varietà locale di cetriolo è in realtà un ecotipo della famiglia dei meloni, selezionato dai contadini che da generazioni ne custodiscono i semi. Fresco, croccante, di sapore delicatissimo, può essere consumato anche con tutta la buccia.

La cooperativa di agricoltori San Rocco ne commercializza milioni di esemplari ogni anno, destinate quasi esclusivamente alle tavole salentine.

BirraSalento è invece un’azienda in controtendenza: in una campagna disegnata da vigneti e uliveti, Maurizio Zecca e i figli Fernando e Chiara producono birre artigianali a base di luppoli salentini coltivati in proprio.

Dolci distillati

Tappa successiva la pasticceria Perrone di Carmiano, per assaggiare l’Immacolatina, una puccia dolce invernale preparata in occasione delle festività natalizie, impastata con lievito madre, glassata con zucchero e arricchita con noci e olive celline dolci.

Sempre a Carmiano, la giovanissima enologa Chiara Petrelli sovraintende all’omonima cantina, apprezzata per le etichette d’eccellenza a base dei più comuni vitigni autoctoni salentini.

Nella distilleria di tenuta Verola si ottengono distillati e grappe artigianali dalle vinacce di negroamaro e malvasia nera, i cui vigneti circondano l’azienda.

Vini e melograni

Mesagne è una delle cittadine più affascinanti del Salento per le architetture religiose, tra cui spicca la chiesa madre degli Ognissanti, capolavoro del barocco salentino. Pochi chilometri la separano da Monteroni di Lecce, dove l’azienda Martino coltiva biologicamente oltre 25 varietà di melograno, pianta che ha trovato in questa terra un ambiente ideale per prosperare.

L’azienda dà la possibilità di raccogliere personalmente le melagrane e di acquistare, oltre ai frutti freschi, anche marmellate, succhi, farina di semi di melagrana e un gin aromatizzato al coriandolo e melagrana.

Sempre a Monteroni, la cantina Apollonio è la più antica della regione, che da oltre 150 anni seleziona rigorosamente le uve autoctone di Negroamaro, Primitivo, Malvasia Nera, Susumaniello e Bianco d’Alessano.

Il grano arso

Imperdibile la visita del frantoio ipogeo di Veglie, uno dei tanti antichi frantoi sotterranei salentini che fornivano alle grandi città europee l’olio lampante necessario ad illuminare le case e le strade prima dell’arrivo dell’energia elettrica. Nelle campagne di Veglie, Antonio Rollo produce un extravergine superiore da varietà di ulivi risparmiate dal flagello della xylella, mentre la giovane cantina Simone propone varie tipologie di Salento IGP, oltre ad uno spumante brut da uve Chardonnay e Verdeca.

Nelle masserie della zona, come la suggestiva Casa Porcara, si gustano le orecchiette di grano arso: una specialità rara, oggi ottenuta attraverso la tostatura del grano, ma che per secoli ha rappresentato un simbolo della tradizione contadina quando la farina molita dai chicchi di grano “arso”, raccolti dopo la bruciatura delle stoppie, mischiata a quella bianca, dava una farina scura dal sapore amarognolo e affumicato.