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Una prelibata minestra con carote, sedano, verza e patate, qui arricchita dalle castagne, dalle costine di maiale e dai ceci

Confortevole e corroborante primo piatto in brodo, questo minestrone, ricco di ortaggi eorzo, si fa ancor più ricco con i ceci e interessante con l'aggiunta delle castagne che nutrono senza appesantire. Naturalmente gluten free, è stato preparato con costine di maiale che possono essere sostituite dai verzini, piccole salsicce lombarde.
La variante del minestrone alla casertana diventa quasi un piatto unico per l'aggiunta di riso, lardo e prosciutto; la variante genovese prevede l'aggiunta del pesto che rende la minestra profumatissima. Se invece preferite variare il cereale, provate il minestrone di farro al basilico.
1 Prendete una ciotola e mettete a bagno i ceci in acqua fredda per una notte. Eliminate il liquido, trasferite i legumi in una pentola con circa 1 litro di acqua, l'osso (oppure le costine) e fateli cuocere per circa 1 ora. Al termine, eliminate l'osso e tenete da parte i ceci con il brodo di cottura.
2 Lavate e tagliate a listarelle corte la verza e le coste; sbucciate la patata e tagliatela a cubetti; raschiate le carote, lavatele e tagliatele a tocchetti; lavate il sedano e tagliatelo a tocchetti; sbucciate la cipolla e tritatela grossolanamente. In una pentola, fate sciogliere il burro, poi trasferitevi le verdure appena preparate e fatele rosolare brevemente.
3 Aggiungete i ceci con il brodo, le castagne, salate e cuocete per circa 30 minuti aggiungendo, se necessario, poca acqua. Unite l'orzo e proseguite la cottura per 30 minuti. Togliete dal fuoco, distribuite il minestrone nei piatti singoli e servite il minestrone di orzo con castagne e ceci.
Ricetta di Giovanna Ruo Berchera, foto di Sonia Fedrizzi
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera