Giorgio Armani non ha solo vestito il mondo, lo ha anche nutrito con eleganza. Dagli spaghetti di Gragnano a Parigi alla robiola di bufala arrivata a New York, fino alla linea Armani/Dolci
Hong Kong, Pechino, Tokyo, Mumbai, Milano, ma anche Dubai, Monaco e naturalmente Parigi, dove ebbe inizio nel 1998 con l'inaugurazione del primo Emporio Armani Caffè. Lo stilista Giorgio Armani, scomparso ieri, 4 settembre 2025, all'età di 91 anni, non ha solo firmato collezioni haute couture entrate nella storia, ma ha anche diffuso nei quattro continenti un modello di haute cuisine che distilla la sua concezione di semplicità più sofisticata.
Le sue origini piacentine, in una terra dove l’infanzia si scolpisce nei ricordi tra i profumi della cucina di casa, gli hanno trasmesso l’amore per la qualità e la sobrietà. Due valori che hanno alimentato quella perfetta alchimia capace di rendere inconfondibile lo stile Armani nella moda, nella ristorazione e anche nella vita.
«Ho sempre voluto che il marchio Armani divenisse un vero e proprio stile di vita, focalizzato su semplicità ed eleganza in ogni suo ambito. Il cibo, che è uno degli elementi più importanti della vita quotidiana, non poteva mancare», parola di Re Giorgio. Da qui la nascita di un impero gastronomico che ha saputo esportare l’eccellenza dei prodotti italiani attraverso menù d'autore firmati da chef e pasticcieri di fama internazionale nei suoi 26 locali, come Francesco Mascheroni, Massimo Tringali, Gabriele Delgrossi, Ferdinando Palomba. Eppure, il piatto del cuore di Armani non è mai stato un mistero: i tortelli alla piacentina. La ricetta originale, custodita anche sul sito ufficiale, li vuole delicati, conditi solo da burro appena fuso e grana. Un omaggio alla mamma, ai pranzi di festa in famiglia, preludio di pomeriggi al cinema con il padre e il fratello.
Intorno a quei tortelli alla piacentina, dove si aprono sipari e si accendono riflettori su un universo di sapori: dagli spaghetti di Gragnano, con aglio, olio, peperoncino e caviale italiano Calvisius serviti a Parigi, al gambero rosso di Mazara; dalla robiola di bufala, arrivata fino a New York, dove lo chef Michele Brogioni ne fa un cuore segreto per i suoi tortelli, fino all’oro verde proveniente dagli uliveti di Coratina di Puglia.
Ma l’Italia ha anche il suo lato dolce, celebrato con la collaborazione del maestro torinese del cioccolato Guido Gobino, dove cioccolati e praline, impreziositi da Pistacchio di Bronte, zafferano, menta e Nocciole Piemonte Igp sono state l’abbrivio della linea Armani/Dolci nata nel 2022, un inno al cioccolato, prima dedicata a Milano e oggi presente in quindici città del mondo.
Giorgio Armani non ha solo vestito il mondo, lo ha anche nutrito con eleganza, rigore e quella semplicità che diventava perfezione. La sua moda, la sua cucina, il suo essere così essenziale: tutto in lui parlava di bellezza, armonia, autenticità, radici e valore.
Buon viaggio Re Giorgio, meriti davvero l’eternità.
Martina D'Amico,
settembre 2025
Foto in copertina Corbis/Gettyimages
Giornalista per passione e innamorata della vita, esplora il mondo con lo sguardo (e il cuore) di chi trova emozione e bellezza dove nessuno si fermerebbe a cercarle. Viaggia, scrive e ama raccontare storie di valore, cultura ed enogastronomia. Incontra cuori ovunque e cucina solo quando è innamorata. Tra hotel di charme e atolli lontani ha imparato i segreti delle migliori cucine del mondo. Ama il tiramisù, i cieli pieni di stelle e le persone che brillano. @martinaadamico
Giornalista per passione e innamorata della vita, esplora il mondo con lo sguardo (e il cuore) di chi trova emozione e bellezza dove nessuno si fermerebbe a cercarle. Viaggia, scrive e ama raccontare storie di valore, cultura ed enogastronomia. Incontra cuori ovunque e cucina solo quando è innamorata. Tra hotel di charme e atolli lontani ha imparato i segreti delle migliori cucine del mondo. Ama il tiramisù, i cieli pieni di stelle e le persone che brillano. @martinaadamico