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Preparati con verdure e formaggio altoatesino, questi bocconcini sono buoni anche a merenda

Queste frittelle sono preparate con spinaci e un formaggio tipico dell'Alto Adige, il Graukase, dalle inconfondibili note di stalle ed erbe alpine; spesso è servito con cipolla cruda a rondelle sottili e aceto di mele o di vino. Sorprendenti anche i ravioli conditi con burro fuso.
In alternativa potete cuocere le frittelle a immersione in abbondante burro chiarificato o in olio di semi di girasole.
1 Scottate gli spinaci in acqua bollente salata per 1 minuto scarso, scolateli e lasciateli intiepidire. Poi strizzateli e tritateli. Sbucciate la cipolla, sminuzzatela finemente e fatela appassire in padella con 20 g di burro per 2-3 minuti. Unite gli spinaci, mescolate per alcuni istanti e spegnete il fuoco. Sbucciate la patata e grattugiatela con una grattugia a fori grossi.
2 Passate il Graukäse fresco al setaccio o al passaverdure facendolo cadere in una ciotola e quindi mescolatelo con gli spinaci, la patata, le uova sbattute, la farina (o il pangrattato) e il Graukäse stagionato grattugiato; regolate di sale se necessario e pepate. Fate riposare in frigo per circa mezz'ora
3 Formate tante polpette appiattite e cuocetele con il burro 5-7 minuti per lato con il coperchio: mantenete la fiamma medio-bassa in modo che cuociano anche internamente senza colorire troppo. Verso fine cottura, togliete il coperchio e cuocetele ancora 1 minuto per parte.
Settembre 2025
Ricetta di Giovanna Ruo Berchera, foto di Laura Spinelli
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera