La cioccolata in tazza è la merenda ideale per scaldare gli animi infreddoliti. Grandi e piccini, tutti ne vanno matti, non a caso gli antichi Maya la chiamavano la bevanda degli Dei. La cioccolata calda fatta in casa è l'ideale per gustare il sapore del vero cioccolato e non quello della polvere di cacao. Densa, bollente, così cremosa... c'è forse, oltre la neve, un motivo più atteso per vivere con gioia l'inverno? Mangiata da soli o in compagnia, a casa o nel nostro caffè preferito, la sua dolcezza è sepre un'ottima coccola.
Morbida, aromatizzata, piccante, dolcissima o amara, ci si può sbizzarrire con tutte queste varianti, nulla togliendo ai topic con cui possiamo decorarla: la panna di certo è la sua sposa perfetta, ma anche l’accompagnamento di allegri zuccherini o biscotti sbriciolati non è per niente male. I bambini ne andranno sicuramente matti.
La cioccolata calda, considerata fin dagli albori del suo utilizzo un bene prezioso, conosciuta per le sue numerose e intriganti caratteristiche, per molto tempo sarà simbolo di esclusività e ricchezza, rappresentando a pieno i gusti e i capricci delle varie élite che nel corso dei secoli persero la testa per lei.
Ma dove nasce? Chi, per primo, ha gustato questa bontà in tazza? Tutto ha inizio nelle terre lontane dell’America Latina, negli anni in cui la popolavano le tribù pre-colombiane. Furono, infatti, prima i Maya, intorno al 600 a.C, e successivamente gli Atzechi a scoprire che i semi delle piante di cacao che coltivavano se arrostititi in pentole di coccio e triturati con le pietre e successivamente sciolti nell’acqua con aggiunta di pepe, peperoncino e altre spezie potevano dar vita ad una bevanda grassa e amara chiamata “Xocoatl”. L’importanza che questa bevanda aveva presso il popolo azteco è tale che ad essa era attribuito anche un valore mistico-religioso. Veniva infatti consumata dall’élite durante le cerimonie importanti e offerta dai sacerdoti come sacrificio alle divinità. Non era un bene per tutti, come è invece è oggi, e oltre all’impiego liturgico, veniva data da bere ai guerrieri, per il suo potere inebriante e perché in grado di alleviare la sensazione di fatica. Insomma una coccola rigenerante, ora come allora. Questa bevanda però sembra che non abbia riscosso molto successo in Europa, tanto che la ricetta è stata poi rivisitata con l’aggiunta di spezie a piacere tra vaniglia, cannella e peperoncino. Questo però era un privilegio per pochi, una bevanda di lusso per nobili e ricchi. Intorno al 1600 spopolò in Italia: da Firenze a Venezia fino ad arrivare a Torino. Non si può dire che fosse ancora quella cioccolata calda che noi conosciamo, ancora troppo oleosa e polverosa a causa dei residui, ma il suo futuro glorioso di dolce bevanda dalle mille interpretazioni, capace di infondere un grande conforto a chi lo cerca, era già iniziato, e forse a guardar bene il suo destino era già scritto nelle stelle.
Ma dato che ha fatto il giro del globo contagiando tutti con il suo inimitabile gusto vediamo come viene preparata nei diversi paesi, in modo tale da far compiere anche a voi un goloso viaggio con il gusto e con la mente
Cioccolata calda brasiliana
È semplice, è veloce e perfetta per una cioccolata calda fatta in casa, talmente perfetta da invitarvi ad abbandonare totalmente quelle in busta acquistate al supermercato. La ricetta brasiliana è ricca di aromi come la cannella e la vaniglia: una combo perfetta.
Cioccolata in tazza marocchina
Caldo africano ma alla cioccolata non si dice mai di no. Stile marocchino, aromatica e vellutatam, un paradiso sensoriale alla portata di tutti. Abbiamo il latte, il cioccolato fondente, la cannella e l’ingrediente segreto: baccelli di cardamomo, oltre che una scorza di arancia che dona quel tocco magico.
Cioccolata calda colombiana
Ecco che voliamo in Colombia che ci stupisce con cioccolata in tazza e formaggio. Vi sembra un abbinamento eccessivo? Provare per credere alla sua bontà. Per l’uso si consiglia l’halloumi (formaggio con latte di capra o pecora) ma se non lo si ha a disposizione va bene anche munirsi di fontina. Il procedimento della cioccolata in tazza è sempre lo stesso, solo che avremo come companatico non biscotti ma formaggio.
Cioccolata belga
Proprio in Belgio, dove di cioccolato se ne intendono parecchio, tanto da erigerci anche un museo, si sono inventati un modo simpatico e originale per preparare la cioccolata calda. Nelle centinaia di negozi scintillanti di praline in vetrina, è ormai consuetudine vedere bastoncini di legno infilzati in un cubo di cioccolato. E cosa sono? Si chiamano Hot Chocolate on a Stick, un modo super efficace per ottenere una cioccolata calda densa che rispetta la tradizione accorciando i tempi di esecuzione.
Sognare una spiaggia messicana sotto il sole caldo e un sombrero in testa. Nel mentre si nutrono questi splendidi pensieri -perché no?- ci si può preparare una bel champurrado messicano: spesso servito in una tazzina di caffè, è una chicca che si può consumare anche più volte al giorno, visto le dimensioni. Gli ingredienti, per sperimentarla, devono essere di prima qualità, soprattutto il cioccolato, meglio se messicano, e così il dolcificante: uno zucchero tipico è la panela, rigorosamente di canna integrale molto aromatico. Anche le spezie devono essere appena fresche, proprio per riuscire a dare il giusto profumo e il gusto unico.
La storia della cioccolata in tazza, dolce bevanda che oggi siamo abituati a consumare comunemente, calda e variamente aromatizzata nelle fredde giornate invernali, è intrisa di magia e mito. Una storia che profuma di lusso e privilegi.
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