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News ed EventiNewsI cocktail diventano polibibite futuriste

I cocktail diventano polibibite futuriste

I cocktail italiani degli anni '30 sono i protagonisti di un curioso libro di Fulvio Piccinino. Il titolo, La Miscelazione Futurista - le Polibibite, dichiara esplicitamente che questi drink sono la risposta autarchica nostrana a famose preparazioni straniere

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Fulvio Piccinino (primo da destra col suo gilè futurista) con lo staff dell'Acerba di Milano

Polibibita invece di cocktail, il barman diventa il miscelatore, il bar il quisibeve, anziché whisky si dirà spirito d’avena, mentre il menu diventa lista vivande e il paté pasticcio

Agli inizi degli anni ’30, in un periodo di sanzioni e autarchia, queste sono le varianti italiane delle parole straniere suggerite dai futuristi, in nome di un sentimento nazionalistico tipico dell’epoca. Questo gruppo di giovani artisti non si limitò a rivoluzionare l’arte e la letteratura, ma volle portare le proprie idee provocatorie e dirompenti in tutti gli ambiti. Il cambiamento toccò anche cucina e miscelazione: furono aperti ristoranti dalle ambientazioni bizzarre, in cui si eseguivano originali esperimenti culinari, e si dava vita a nuove ricette, ribaltando tutti gli schemi tradizionali.

72353Una storia davvero affascinante ma sconosciuta ai più che Fulvio Piccinino, barman e insegnante con il chiodo fisso del Futurismo, ha raccolto in "La miscelazione Futurista", un libro nato da anni di ricerche appassionate, che vuole tradurre e rendere riproducibili e contemporanee 18 incredibili ricette di bevande. Le ricette sono state concepite e realizzate tra il 1925 e il 1933 da diversi esponenti del Futurismo; nessuno di loro era professionista della miscelazione, perché erano pittori, poeti e artisti.

La raccolta di storie, aneddoti e dettagli legati alla creazione di polibibite, che sono parte integrante del messaggio futurista, diventa il romanzo involontario di un gruppo di audaci anticipatori di stili e tecniche che precorrono sotto molti aspetti l’arte della miscelazione contemporanea e va idealmente a completare quello de La cucina futurista di Marinetti e Fillia.

Questo è quindi anche un manuale per la creazione di cocktail favolosamente e autenticamente «vintage», ma con precisa identità storica e culturale, documentato e originale in un mondo storicamente dominato da ricette anglofone. Il patrimonio di tradizioni, formule e prodotti divisi in famiglie come gli aperitivi, i vermouth, i bitter, gli amari, i liquori dolci, i distillati... e gli stessi vini e spumanti danno nel loro insieme un ruolo di assoluta primogenitura all’Italia nel mondo. 

Il periodo degli anni Venti e del Futurismo ne racconta forse il momento più affascinante e divertente. Il rilancio della miscelazione futurista, della quale questa opera si fa strumento, riporterà in auge cocktail rimasti per anni dimenticati e potrà forse essere occasione di ritorno in produzione di alcuni liquori e di ingredienti caduti nell’oblio. 

Giulio Cocchi (clicca qui), casa ultracentenaria di vermouth e spumanti che ha vissuto il momento futurista, come testimonia il noto simbolo del galletto sul suo Aperitivo Americano, ha promosso l’iniziativa e si è fatta editore chiedendo ad altre case storiche italiane di unirsi in questo progetto. Campari, Tassoni, Luxardo, Nardini, Pallini, Strega, Fabbri hanno aderito con convinzione in un’inedita sinergia per  incentivare lo sviluppo e la diffusione della miscelazione italiana in un panorama in cui le ricette anglofone la fanno da padrone. 

Un piccolo assaggio della creatività futurista lo dà la ricetta “Giostra d’alcol” che riportiamo di seguito e che è senz’altro uno dei primi mangia e bevi della storia:

723552/4 Barbera
1/4 Campari
1/4 cedrata
un quadrato di formaggio
un quadrato di cioccolato amaro temperato 

A dispetto del nome, è una miscela equilibrata e tutto sommato poco alcolica: rimane l’unico esempio al mondo di cocktail in cui vi sia il Barbera. La sola concessione alla bizzarria futurista fu la decorazione, che prevedeva due lunghi stecchi di legno affondati nella miscela con al loro estremo un cubetto di formaggio e un quadrato di cioccolato amaro. Se il formaggio rimane una bizzarria unica al mondo, il cioccolato mangiato alla fine della bevuta del liquido è assolutamente delizioso. La moda attuale di abbinare vini rossi passiti, fortificati, chinati o aromatizzati con il cioccolato amaro, aveva avuto, ancora una volta, nei futuristi i primi precursori.  

Tutte le polibibite erano strumenti per raggiungere specifici obiettivi. A differenza della classificazione anglosassone, che prevede pre e after dinner, i futuristi classificarono le miscele in nuove categorie: Permangiare (antipasti ed aperitivo), Peralzarsi (dessert e dopo cena), Guerrainletto dal forte apporto energetico, contrapposto alle Paceinletto per stimolare il sonno e i Prestoinletto, adatti alle fredde notti invernali. Infine gli Snebbianti, un po’ gli antesignani del nostro chupito, forti corroboranti in grado di far prendere decisioni strategiche liberando il campo, grazie alla dotazione alcolica, da morali, dubbi e tentennamenti e le Inventine, polibibite fresche, inebrianti in grado di stuzzicare la mente, per avere idee fulminanti. 

Non resta che seguire le istruzioni. E quindi parafrasando Marinetti: «Zang zang tumb tumb cin cin!» a voi.

Cristina Papi
5 dicembre 2014

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