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Luoghi e PersonaggiLuoghiMacerata tra terra e mare

Macerata tra terra e mare

Morbidamente adagiata in una campagna mozzafiato, fatta di vigne, distese di girasoli e uliveti, è una perla prodiga di suggestioni antiche e sapori sorprendenti. A due passi dalla costa

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Terra incantata, da godere con tutti i sensi. Con un affaccio sul mare e una distesa di colline alle spalle, disseminate di vigneti e boschi, casolari e borghi. Sono quelli dello spot dove Dustin Hoffman ripete i versi de “L’Infinito” di Leopardi, che sembrano composti su misura per il terroir di Macerata, luogo di “interminati spazi, infiniti silenzi e profondissima quiete”. La città è invece un concentrato di chiese austere e fastosi palazzi, scalinate, piazze e mura, vicoli e viali. Scoprire la bellezza schiva e riservata di Macerata non è difficile: basta raggiungere il centro. Piazza della Libertà è circondata dal Palazzo del Comune e da quello delle Prefettura, dalla barocca chiesa di San Paolo, dalla rinascimentale Loggia dei Mercanti e da quel gioiello rococò che è il Teatro Lauro Rossi, una bomboniera dall’acustica perfetta, impreziosita di velluti e stucchi, dorature e palchi.

Lo spettacolo del centro storico

È proprio dalla piazza che si parte per un incontro con la città vecchia. Se si imbocca via Don Minzoni, ci si trova davanti la mole vanvitelliana di Palazzo Montefoschi e l’elegante Palazzo Buonaccorsi, che è un mix di edifici preesistenti collegati tra di loro in varie epoche con soluzioni architettoniche ingegnose. Ma i gioielli del Palazzo sono custoditi al suo interno: il più prezioso è la Sala dell’Eneide, dove i migliori pennelli del barocco italiano descrissero su tele oversize le avventure di Enea. Il piano nobile è destinato alla raccolta di Arte Antica della Pinacoteca Comunale, mentre nel seminterrato si visita il Museo delle Carrozze con una raccolta di modelli in voga fino al primo Novecento. Per rivivere l’ebbrezza di un viaggio d’antan, si può provare il simulatore: una carrozza avveniristica con tanto di colonna sonora (voce del cocchiere, nitriti, rumore di zoccoli) e vista sulla campagna che appare e scompare dal finestrino.

Da Piazza della Libertà parte anche Corso della Repubblica, che con la sua infilata di chiese, palazzi, edifici, librerie, ristorantini e botteghe è la strada dello struscio cittadino. A due passi da qui, un altro piccolo gioiello: Palazzo Ricci, quatto piani collegati da uno scalone monumentale, sale e saloni arredati con mobili d’epoca e alle pareti una delle collezioni più preziose e complete di arte italiana del Novecento, con opere di Balla e Guttuso, De Chirico e Depero, Fontana e Schifano. Prima di lasciarsi alle spalle la città, l’ultima sosta, doverosa, è allo Sferisterio, senza dubbio il monumento più conosciuto, diventato quasi il logo di Macerata e definito dalla guida turistica Lonely Planet (tra le più accreditate) “uno dei più bei teatri all’aperto del mondo”. In realtà l’edificio, costruito agli inizi dell’800, non era stato pensato come teatro ma come impianto sportivo per ospitare un antico gioco a squadre, quello della palla al bracciale, che all’epoca era molto seguito. Nei primi anni del ‘900, però, ci si accorse che all’interno della struttura l’acustica era perfetta e quindi si pensò di utilizzarla per ospitare spettacoli, soprattutto di lirica. Non a caso, ancora oggi la programmazione più importante è la stagione dello Sferisterio Opera Festival (in luglio e agosto).

La terra che ispirò Leopardi

54262Appena fuori dalla città, ci si perde in una provincia spettacolare, che condensa in un solo territorio tutti gli scenari del Bel Paese. Non a caso lo scrittore Guido Piovene definì le Marche “l’Italia in una regione”. Qui è un peccato seguire un cammino prestabilito; meglio percorrere senza meta le strade che tagliano le colline e raggiungere gli antichi borghi murati. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può scegliere Recanati, con le memorabilia di Leopardi (straordinaria la biblioteca) e una collezione di dipinti di Lorenzo Lotto (nella Pinacoteca Civica), oppure Montefano con le sue stradine, la torre di difesa e il teatrino settecentesco. Ci si può dirigere all’interno, a Montelupone, che sulla cima di una collina presenta la sua cerchia di mura e le torri di avvistamento, oppure costeggiare il litorale verso Loreto (per una manciata di chilometri è già in provincia di Ancona) e stupirsi con il misticismo della Santa Casa.

Dai salumi rustici alle zuppe di pesce

54267A tavola Macerata e la sua provincia offrono incontri a dir poco indimenticabili con preparazioni rustiche, materie prime ghiotte e dal sapore deciso, cucina di terra e di mare. La ricetta top è il mitico brodetto, una spettacolare zuppa di pesce la cui ricetta varia leggermente secondo dove ci si trova. Verso il litorale, per esempio, si tinge di giallo grazie all’aggiunta dello zafferano. Il maiale è invece il filo conduttore della gastronomia dell’entroterra. E qui maiale significa anche ciauscolo, il golosissimo salame tipico che si spalma sul pane come una crema. Macerata è poi una delle patrie dei vincisgrassi, variante ipercalorica delle lasagne al forno che, secondo una ricetta settecentesca, vengono farciti di carne, funghi e besciamella. In tutta la provincia, infine, l’eccellenza è l’olio: Frantoio e Leccino accanto all’Ascolana e alla Coroncina sono le varietà che popolano l’oliveto locale e che regalano un extravergine profumato e dal gusto intenso.

a cura di Cristiana Cassè, testi di Enrico Saravalle, foto e realizzazione piatti di Ilva Beretta

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Ricette di Macerata

TAG: #Marche

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